Nell’era digitale in cui viviamo, i social media hanno assunto un ruolo sempre più importante nel modo in cui le aziende si promuovono e interagiscono con il loro pubblico.
Tuttavia, gestire efficacemente la presenza sui social media richiede competenze specializzate e una strategia ben strutturata.
Ecco dove entra in gioco una social media manager agency. Una social media manager agency è una società specializzata nella gestione e nell’ottimizzazione delle attività sui social media per conto di aziende e marchi.
Queste agenzie offrono una vasta gamma di servizi, tra cui la creazione di strategie di social media, la gestione delle campagne pubblicitarie, l’interazione con gli utenti e l’analisi dei dati.
Nel presente articolo, esploreremo più da vicino il ruolo di una social media manager agency e come può aiutare le aziende a raggiungere i loro obiettivi di marketing tramite i social media.
Strategia di comunicazione social
La presenza sui social media è diventata una componente essenziale per le aziende che desiderano interagire con il proprio pubblico di riferimento e costruire una solida reputazione online.
Tuttavia, semplicemente creare un profilo su una piattaforma di social media e condividere contenuti casuali non è sufficiente per ottenere risultati significativi.
È qui che entra in gioco una strategia di comunicazione social ben definita.
Una strategia di comunicazione social è un piano strutturato e mirato che guida le attività di un’azienda sui social media.
Essa comprende una serie di tattiche e obiettivi chiari che aiutano a raggiungere gli obiettivi di comunicazione e di marketing dell’azienda.
Una strategia di comunicazione social efficace si basa sull’analisi approfondita del proprio pubblico di riferimento, sulla scelta delle piattaforme social più appropriate e sulla creazione di contenuti rilevanti e coinvolgenti.
Pianificazione per contenuti pagine
La pianificazione dei contenuti per le pagine social è un elemento cruciale per il successo della presenza online di un’azienda.
Ecco dei consigli su come pianificare i contenuti per le tue pagine social:
Definire gli obiettivi: Prima di iniziare a pianificare i contenuti, è importante stabilire gli obiettivi che si desidera raggiungere attraverso la presenza sui social media. Potrebbero includere l’aumento dell’engagement, l’acquisizione di nuovi follower o la promozione di nuovi prodotti/servizi. Una chiara definizione degli obiettivi ti aiuterà a guidare la tua strategia di contenuti.
Conoscere il pubblico di riferimento: È fondamentale comprendere il tuo pubblico di riferimento per creare contenuti rilevanti ed efficaci. Analizza i dati demografici, gli interessi e il comportamento dei tuoi follower per capire cosa li coinvolge e li spinge all’azione.
Scegliere le piattaforme giuste: Ogni piattaforma di social media ha le sue peculiarità e preferenze di formato. Assicurati di selezionare le piattaforme più adatte al tuo pubblico e al tuo tipo di contenuto. Ad esempio, Instagram è ideale per immagini e video visivamente accattivanti, mentre Twitter si presta bene per messaggi brevi e immediati.
Creare un calendario editoriale: Un calendario editoriale ti aiuta a organizzare i tuoi contenuti in anticipo. Definisci la frequenza di pubblicazione, gli argomenti da coprire e le date di pubblicazione. Puoi utilizzare strumenti come Google Calendar o software di gestione dei social mediaper tenere traccia del tuo calendario.
Varietà dei contenuti: Offri una varietà di contenuti per mantenere l’interesse del tuo pubblico. Puoi includere post informativi, consigli pratici, contenuti visuali, sondaggi, storie degli utenti, contenuti generati dagli utenti e altro ancora. Utilizza immagini accattivanti, video coinvolgenti e testi creativi per differenziare i tuoi contenuti.
Monitorare e adattare: Monitora costantemente le prestazioni dei tuoi contenuti e utilizza gli analytics per valutare l’engagement, la portata e altre metriche rilevanti.In base ai dati, apporta modifiche e adattamenti alla tua strategia di contenuti per ottenere risultati migliori nel tempo.
La pianificazione dei contenuti richiede tempo, ricerca e sperimentazione.
Sii flessibile e aperto a modifiche in base al feedback e all’evoluzione del tuo pubblico di riferimento e delle piattaforme social.
Gestione ads per Facebook, Instagram, LinkedIn e Pinterest
Facebook
La gestione delle ads su Facebook coinvolge diversi passaggi.
Innanzitutto, è necessario impostare un account Business Manager su Facebook e collegare la pagina aziendale.
Successivamente, si può utilizzare lo strumento di creazione annunci per definire il tipo di campagna pubblicitaria, ad esempio, se si desidera aumentare il traffico al sito web, ottenere visualizzazioni video o generare conversioni.
È possibile personalizzare il target di pubblico selezionando criteri demografici, interessi e comportamenti specifici.
Inoltre, è possibile determinare il budget e la durata della campagna, nonché scegliere il formato dell’annuncio, come immagini, video o carousel.
Durante la gestione delle ads su Facebook, è importante monitorare le metriche di prestazione come l’engagement, le conversioni e il costo per risultato, al fine di ottimizzare e migliorare le performance delle ads nel tempo.
Instagram
Per Instagram, la gestione delle ads può avvenire tramite l’Account Business Manager di Facebook, poiché Instagram fa parte della stessa piattaforma pubblicitaria di Facebook.
È possibile selezionare Instagram come posizione di destinazione per le proprie ads durante la creazione delle campagne pubblicitarie su Facebook.
Inoltre, è possibile creare ads specifiche per Instagram Stories o utilizzare gli annunci di immagini e video tradizionali sul feed di Instagram.
La gestione delle ads su Instagram richiede un’attenzione particolare al design visivo, poiché Instagram è una piattaforma basata sull’immagine.
Monitorare le metriche di engagement come i like, i commenti e le condivisioni è importante per valutare l’efficacia delle ads su Instagram.
LinkedIn
Per LinkedIn, la gestione delle ads inizia con la creazione di un account LinkedIn Campaign Manager.
Si può selezionare l’obiettivo pubblicitario desiderato, come la generazione di lead, la consapevolezza del marchio o la promozione di eventi.
LinkedIn offre diverse opzioni di targeting basate su dati professionali come l’industria, la posizione lavorativa, le competenze e molto altro.
È possibile scegliere il formato dell’annuncio, ad esempio testo, immagine o video, e impostare il budget e la programmazione delle ads.
Una parte importante della gestione delle ads su LinkedIn è anche il monitoraggio delle metriche di performance come i click, le impressioni e i tassi di conversione, al fine di ottimizzare le ads e massimizzare il ritorno sull’investimento.
Pinterest
Per Pinterest, è necessario creare un account aziendale su Pinterest e accedere al Pinterest Ads Manager.
Durante la creazione della campagna pubblicitaria, si può definire l’obiettivo della campagna, ad esempio la consapevolezza del marchio o la generazione di traffico al sito web.
Pinterest offre opzioni di targeting in base a interessi, demografia e comportamenti degli utenti.
È possibile utilizzare immagini o video accattivanti come annunci e selezionare le posizioni di visualizzazione degli annunci.
La gestione delle ads su Pinterest richiede anche di monitorare le metriche chiave come le visualizzazioni, i click-through e le conversioni, al fine di ottimizzare le ads stesse.
Lo storytelling in chiave marketing è una strategia che coinvolge l’uso di narrazioni persuasive per comunicare efficacemente un messaggio di marketing o promuovere un prodotto, un servizio o un’azienda.
Piuttosto che semplicemente elencare le caratteristiche o le specifiche di un prodotto, lo storytelling mira a creare un legame emotivo con il pubblico attraverso una storia coinvolgente.
L’obiettivo principale dello storytelling nel marketing è catturare l’attenzione del pubblico, creare un’identità di marca distintiva e influenzare il comportamento degli individui, spingendoli all’azione.
La narrazione può avvenire attraverso vari canali di comunicazione, come spot pubblicitari, contenuti sui social media, blog aziendali, video promozionali o persino esperienze di branding offline.
Ci sono diversi elementi chiave che caratterizzano lo storytelling efficace nel contesto del marketing:
Personaggio centrale: una storia coinvolgente solitamente ha un protagonista o un personaggio centrale con cui il pubblico può identificarsi o simpatizzare.
Trama coinvolgente: una storia di successo richiede una trama ben strutturata che tenga l’attenzione del pubblico. Ciò può includere un conflitto, una sfida o un problema che viene risolto grazie all’uso del prodotto o del servizio promosso.
Emozione: le storie che evocano emozioni forti sono spesso più memorabili e coinvolgenti. Lo storytelling nel marketing può cercare di suscitare gioia, tristezza, paura, sorpresa o altre emozioni per stabilire un collegamento più profondo con il pubblico.
Valori di bandiera: una storia di successo nel marketing deve essere allineata con i valori e l’identità dell’azienda. La storia dovrebbe riflettere ciò che l’azienda rappresenta e cosa offre al pubblico.
Il ruolo dello storytelling nella strategia di comunicazione aziendale
Lo storytelling gioca un ruolo cruciale all’interno di un piano di comunicazione della strategia aziendale.
Nell’ambito della strategia di comunicazione aziendale, lo storytelling è un potente strumento per coinvolgere il pubblico e creare un legame emotivo.
Raccontare storie coinvolgenti e autentiche consente alle aziende di catturare l’attenzione e mantenere l’interesse del pubblico, creando una connessione più profonda e duratura con i consumatori.
Le storie aziendali aiutano infatti a definire l’identità e a comunicare i valori, la missione e la visione dell’azienda.
Attraverso lo storytelling, le aziende possono trasmettere in modo più efficace la loro personalità, la loro cultura e la loro storia, differenziandosi dalla concorrenza e creando un’immagine distintiva.
Gli ingredienti per uno storytelling emozionale
Per costruire uno storytelling in chiave marketing emozionale efficace, puoi considerare i seguenti elementi:
Identificazione del pubblico target: Comprendere a fondo il tuo pubblico di riferimento è fondamentale per creare una storia che risuoni emotivamente con loro. Raccogli informazioni demografiche, interessi, desideri e bisogni del tuo pubblico per creare una storia che li coinvolga direttamente.
Obiettivo di marketing: Definisci chiaramente l’obiettivo di marketing che desideri raggiungere con la tua storia. Può trattarsi di aumentare la consapevolezza del marchio, generare interesse per un prodotto o servizio, incoraggiare l’acquisto o creare una connessione emotiva con la tua azienda.
Ricerca di mercato: Svolgi una ricerca di mercato per comprendere le sfide, i desideri e le aspettative del tuo pubblico. Queste informazioni ti aiuteranno a creare una storia che affronta le questioni emotive che sono importanti per il tuo pubblico e che risuonano con la tua offerta.
Archetipi e valori: Identifica gli archetipi e i valori che rappresentano la tua azienda. Gli archetipi sono figure simboliche che possono essere utilizzate per creare personaggi e storie che si collegano emotivamente al pubblico. I valori di marca, d’altra parte, rappresentano gli ideali e le convinzioni della tua azienda, che possono essere comunicati attraverso la storia.
Struttura narrativa coinvolgente: Utilizza una struttura narrativa coinvolgente per la tua storia. Ciò può includere elementi come l’introduzione del personaggio, l’esposizione del problema o della sfida, lo sviluppo della trama, il climax e la risoluzione. Una trama ben strutturata mantiene il pubblico interessato e coinvolto.
Elementi emozionali e d’impatto
Emozioni rilevanti: Identifica le emozioni che desideri suscitare nel tuo pubblico per supportare il tuo obiettivo di marketing. Puoi utilizzare emozioni come gioia, tristezza, paura, speranza o nostalgia per connetterti con il pubblico in modo emotivo. Assicurati che le emozioni evocate siano rilevanti per la tua storia e coerenti con il tuo messaggio di marketing.
Elementi visivi e sonori: Utilizza immagini, suoni e musiche per amplificare l’effetto emotivo della tua storia. Le immagini visive possono creare un impatto visivo, mentre i suoni e la musica possono aiutare a trasmettere l’atmosfera e l’emozione desiderata.
Coinvolgimento del pubblico: Crea opportunità per coinvolgere attivamente il pubblico nella tua storia di marketing emozionale. Puoi farlo attraverso interazioni sui social media, chiedendo alle persone di condividere le proprie storie o incoraggiandole a partecipare a un contest legato alla tua narrazione.
Chiara call-to-action: Assicurati che la tua storia contenga una chiara chiamata all’azione.
Quando uno storytelling è efficace? Differenza tra un ottimo storytelling e un pessimo storytelling
La narrazione diventa efficace quando coinvolge in modo creativo l’esperienza umana.
Quando presentiamo personaggi, trame e mondi immaginari, è importante che ogni elemento risulti naturale e riconoscibile per il pubblico. Anche la poesia più ben scritta fallirà se le sue intuizioni psicologiche non suonano autentiche per il lettore.
L’autenticità e l’immaginazione sono le due qualità essenziali su cui si basa una buona narrazione. Questo compito può essere difficile, ma solo raggiungendo questa base, uno storytelling sarà in grado di ispirare il pubblico e connettersi veramente ad esso.
L’arte della narrazione è una forza potente. Una storia ben raccontata ha la capacità di ridefinire completamente la nostra visione del mondo, così come la nostra percezione di un singolo marchio, e tutto ciò che richiede è che rimaniamo fedeli a noi stessi.
Ciò premesso, ecco dunque gli elementi fondamentali di un ottimo storytelling e di un pessimo storytelling nel contesto del marketing aziendale:
Caratteristiche di un ottimo storytelling nel marketing aziendale:
Coinvolgimento del pubblico: Un ottimo storytelling coinvolge il pubblico fin dall’inizio. Crea un legame emotivo con il pubblico, facendolo sentire coinvolto e interessato alla storia che viene raccontata.
Rilevanza: Un ottimo storytelling nel marketing aziendale è rilevante per il pubblico di riferimento. Si basa sulla comprensione delle esigenze, dei desideri e delle aspirazioni del pubblico e fornisce una soluzione o un’esperienza che risuona con loro.
Autenticità: Un ottimo storytelling è autentico. Comunica la vera essenza dell’azienda, i suoi valori, la sua missione e la sua personalità in modo coerente. Evita di sembrare forzato o artificiale.
Originalità: L’ottimo storytelling nel marketing aziendale si distingue per la sua originalità. Offre un punto di vista unico, una prospettiva fresca o una storia inedita che cattura l’attenzione del pubblico e si distingue dalla concorrenza.
Coinvolgimento emotivo: Un ottimo storytelling nel marketing aziendale si concentra sul coinvolgimento emotivo. Evoca emozioni nel pubblico, che possono essere gioia, empatia, ispirazione o qualsiasi altra emozione che crei un legame più profondo con il messaggio dell’azienda.
Caratteristiche di un pessimo storytelling nel marketing aziendale:
Mancanza di coinvolgimento: Un pessimo storytelling non coinvolge il pubblico. La storia può risultare noiosa, prevedibile o priva di impatto emotivo, facendo sì che il pubblico perda interesse.
Irrilevanza: Un pessimo storytelling nel marketing aziendale non è rilevante per il pubblico di riferimento. Non tiene conto delle esigenze o degli interessi del pubblico, non fornendo nulla di significativo o utile per loro.
Inautenticità: Un pessimo storytelling è inautentico e sembra forzato. Può sembrare una mera tattica di marketing piuttosto che una narrazione sincera che rappresenta l’azienda.
Poca originalità: Il pessimo storytelling nel marketing aziendale è eccessivamente derivativo. Si basa su cliché, trame o idee che sono già state ampiamente utilizzate, senza aggiungere nulla di nuovo o interessante.
Assenza di empatia: Un pessimo storytelling nel marketing aziendale non evoca emozioni nel pubblico. Può essere freddo, distante o semplicemente privo di qualsiasi elemento emotivo che possa creare un legame duraturo con il pubblico.
In poche parole, un ottimo storytelling nel marketing aziendale coinvolge, è rilevante, autentico, originale e coinvolge emotivamente il pubblico.
Al contrario, un pessimo storytelling manca di coinvolgimento, è irrilevante, inautentico, derivativo e non evoca emozioni significative nel pubblico.
Esempi di storytelling per il marketing ben fatti e originali
Ospitalità a km zero | Eataly
Eataly è un’azienda italiana che si dedica alla promozione della cucina italiana e dei prodotti alimentari di alta qualità. La loro campagna “Ospitalità a km zero” ha puntato sull’importanza dei prodotti locali e sostenibili, creando una connessione diretta tra i produttori locali e i consumatori.
La campagna ha coinvolto varie iniziative, come eventi culinari, degustazioni e incontri con produttori locali presso i punti vendita di Eataly. L’obiettivo era evidenziare la filosofia di Eataly basata sulle tradizioni culinarie regionali italiane e sulla sostenibilità ambientale.
Ciò che ha reso questa campagna di storytelling aziendale originale è stato il suo approccio autentico e focalizzato sulla valorizzazione dei produttori locali.
Eataly ha messo in risalto le storie dietro i prodotti, raccontando la passione e la dedizione dei produttori, le loro tecniche di coltivazione e la provenienza degli ingredienti.
La campagna ha avuto un forte impatto sia a livello locale che internazionale, poiché ha promosso la cultura culinaria italiana, ha sostenuto l’economia locale e ha incoraggiato i consumatori a fare scelte consapevoli nel loro acquisto di cibo.
Attraverso uno storytelling coinvolgente e autentico, Eataly è riuscita a trasmettere i valori della tradizione italiana, della sostenibilità e dell’eccellenza culinaria.
La campagna “Ospitalità a km zero” ha dimostrato che raccontare storie significative e creare una connessione con il pubblico può essere un potente strumento per promuovere un’azienda e i suoi valori.
Share a Coke | Coca-Cola
Un esempio di storytelling aziendale italiano che si è rivelato proficuo e originale è la campagna pubblicitaria “Share a Coke” di Coca-Cola Italia nel 2013.
La campagna “Share a Coke” ha introdotto una nuova strategia di marketing personalizzata in cui i nomi delle persone sono stati stampati sulle lattine di Coca-Cola.
Questo approccio ha cercato di creare un legame emotivo con i consumatori, incoraggiandoli a condividere una Coca-Cola con amici e familiari.
Ciò che ha reso questa campagna di storytelling aziendale così originale è stata la sua personalizzazione e la capacità di coinvolgere direttamente i consumatori.
I nomi delle persone sono stati scelti in base alla loro popolarità e rilevanza culturale in Italia, rendendo le lattine di Coca-Cola una sorta di oggetto di collezionismo.
La campagna ha generato un forte coinvolgimento sui social media, con i consumatori che condividevano foto delle lattine con i loro nomi e partecipavano attivamente alla conversazione online.
Ciò ha contribuito a creare un senso di appartenenza e connessione tra il pubblico e il marchio Coca-Cola.
Inoltre, la campagna ha sfruttato la potenza dell’immaginario collettivo italiano, facendo leva su nomi italiani comuni e associando l’esperienza di bere una Coca-Cola con momenti di condivisione, gioia e appartenenza.
“Share a Coke” è stato un esempio di storytelling aziendale di successo perché è riuscito a coinvolgere emotivamente i consumatori, ha creato un senso di identificazione personale e ha generato una forte partecipazione online.
La campagna è stata originale nella sua personalizzazione e ha dimostrato l’importanza di creare un legame autentico e significativo con il pubblico.
Cerca la tua felicità | Mulino Bianco
Mulino Bianco, il marchio di prodotti da forno appartenente al gruppo Barilla, si distingue come maestro dello storytelling, raccontando in modo autentico e spontaneo la vita quotidiana di una famiglia comune.
Il punto di forza risiede nel coinvolgimento emotivo, poiché questa famiglia potrebbe essere quella di chiunque e l’efficacia narrativa si basa proprio sulla semplicità con cui viene eseguito lo storytelling.
In pochi secondi, viene raccontata una storia che evoca ricordi, ci fa provare empatia per il presente, magari mentre prepariamo la colazione per i nostri bambini o immaginiamo la famiglia che desideriamo avere in futuro.
Indimenticabile è anche la celebre pubblicità con Antonio Banderas nei panni dell’Uomo del Mulino, che prepara i biscotti insieme alla gallina Rosita: una pubblicità ironica che presenta, episodio dopo episodio, tutti i prodotti dell’azienda
Lo storytelling ironico e spiritoso ha contribuito notevolmente a creare hype intorno al brand.
Esempi di storytelling per il marketing senza successo: gli errori da non fare
Kendall Jenner x Pepsi
Quando un video narrativo attrae milioni di visualizzazioni ma viene comunque rimosso dall’account YouTube ufficiale dell’azienda, si può considerare un esempio di storytelling fallimentare.
Questo è il caso della controversa pubblicità di Kendall Jenner per la Pepsi.
Sebbene non sia più possibile vedere questa pubblicità sull’account ufficiale di Pepsi, una semplice ricerca su Google rivela molte altre fonti. Ad esempio, questa fonte ha ottenuto 7,5 milioni di visualizzazioni, 18.000 Mi piace e 60.000 Non mi piace.
La pubblicità di Kendall Jenner per la Pepsi è stata oggettivamente malriuscita. C’era chi credeva che la Pepsi stesse sfruttando le tensioni razziali e il movimento “Black Lives Matter” per promuovere le sue bevande gassate.
Entro 24 ore dal lancio della pubblicità, la Pepsi ha subito una reazione negativa senza precedenti.
Il video di 2,5 minuti mostra Kendall Jenner fotografata in un abito glamour al di sopra di una folla di protesta multirazziale. Mentre osserva, decide di unirsi ai manifestanti, togliendosi la parrucca, cancellando il rossetto e mescolandosi tra di loro come una manifestante comune.
Il video si conclude con Kendall Jenner risolvendo tutti i problemi dell’America con un gesto semplice: offrire una lattina di Pepsi a un agente di polizia. La folla esplode di gioia e l’ufficiale di polizia applaude. Kendall sembra aver salvato il mondo con l’aiuto di Pepsi.
Questo è un esempio di come un marchio non sia riuscito a comprendere il suo pubblico target.
Per chi era destinata questa pubblicità? Sembra che non abbia colpito positivamente nessuno.
L’immagine del marchio Pepsi ha subito danni a causa di questo video. La Pepsi è stata accusata di cercare di approfittare di un clima sociale teso per migliorare la sua immagine aziendale, ma alla fine ha ottenuto un risultato peggiore. È considerato uno dei peggiori esempi di storytelling degli ultimi tempi.
Coolest Monkey in the Jungle | H&M
Un esempio di storytelling aziendale che è stato pessimo e non riuscito è la campagna pubblicitaria della catena di abbigliamento H&M.
Nel 2018, H&M ha pubblicato una foto su uno dei suoi canali social che ha suscitato grande indignazione e critiche da parte del pubblico.
Nella foto, veniva mostrato un bambino di colore che indossava una felpa con la scritta “Coolest Monkey in the Jungle” (Il più cool scimmione della giungla).
Questo ha scatenato accuse di razzismo e insensibilità da parte di H&M, poiché il termine “monkey” (scimmione) è stato storicamente usato come insulto razziale nei confronti delle persone di origine africana.
L’immagine ha generato una forte reazione negativa sui social media e molte persone hanno boicottato il marchio in risposta. H&M è stato accusato di mancare di sensibilità culturale e di non comprendere l’importanza di evitare stereotipi razzisti nella loro comunicazione.
Questa campagna pubblicitaria di H&M è un esempio di storytelling aziendale fallimentare perché ha suscitato indignazione e ha danneggiato l’immagine del marchio.
Mostrando una mancanza di consapevolezza delle questioni razziali e della sensibilità culturale, H&M ha perso la fiducia e il sostegno di molti consumatori, dimostrando come uno storytelling insensibile e mal gestito possa avere gravi conseguenze per un’azienda.
L’arte italiana vola nel mondo | Alitalia
Un esempio di uno storytelling aziendale italiano che è risultato di scarsa efficacia è la campagna pubblicitaria della compagnia aerea Alitalia nel 2006.
Durante la campagna, Alitalia ha lanciato uno slogan molto discusso: “Alitalia, l’arte italiana vola nel mondo” accompagnato da immagini di famose opere d’arte italiane. L’obiettivo era enfatizzare il patrimonio culturale italiano e creare un collegamento tra l’arte e il volo con Alitalia.
Tuttavia, la campagna è stata oggetto di forti critiche da parte del pubblico e della comunità artistica italiana.
Molti hanno considerato la campagna come un tentativo superficiale e inappropriato di sfruttare l’arte italiana per fini di marketing senza un vero legame o una comprensione profonda del settore.
Le critiche hanno sottolineato che Alitalia avrebbe dovuto concentrarsi di più sul miglioramento dei servizi aerei e della gestione aziendale piuttosto che cercare di sfruttare l’arte italiana per migliorare l’immagine del marchio.
La campagna non è riuscita a generare l’effetto positivo desiderato, e Alitalia è stata oggetto di un’ampia copertura mediatica negativa.
Alla fine, la compagnia aerea ha affrontato una serie di problemi finanziari e gestionali che hanno portato alla sua crisi e successivo fallimento nel corso degli anni successivi.
Questo esempio dimostra come una campagna di storytelling aziendale mal concepita e superficialmente collegata alle attività aziendali possa risultare pessima e dannosa per l’immagine e la reputazione di un’azienda.
A meno che tu sia un dinosauro oppure ti sia inconsapevolmente ritrovato nell’800, dovresti conoscere e utilizzare i principali social media, come Instagram,Facebook, TikTok e molti altri più in disuso.
I social media ci permettono oggi di connetterci a una sorta di rete mondiale in cui vi è un continuo e rapido scambio di informazioni, in cui ognuno è libero di fornire il suo contributo e commentare ciò che vuole.
Tuttavia, i social media, così come altre attività commerciali (anche fisiche), forse non avrebbero riscosso la stessa fortuna se…non avessero avuto quei loghi iconici che oggi tutti sappiamo riconoscere.
Come dici? Pensi che il logo sia solo un aspetto secondario che nulla ha a che vedere con il grande successo di Zuckerberg?
Beh, se pensi che sia così dovresti riconsiderare la cosa.
Il logo Facebook e il logo Instagram sono stati appositamente ideati con lo scopo di attirare attenzione e di rafforzare la brand identity.
La brand identity è un fattore cruciale da curare nelle aziende di tutto il mondo, non solo quelle inserite nel social media marketing, ed è ciò che ti permette di distinguere un’attività da un’altra, conferendo più importanza alla prima.
Ebbene, senza il logo probabilmente la brand identity sarebbe molto meno forte.
Pensaci: se ti capitasse di vedere un piccolo riquadro blu con dentro una lettera bianca, anche se questa lettera non è la “f” di Facebook, il tuo pensiero correrà inevitabilmente a Facebook, e questo rafforza molto l’immagine aziendale.
Il logo Facebook e il logo Instagram, oltre ad attirare subito l’attenzione, sono poi diventati vere e proprie icone: i due loghi si ritrovano oggi sulle maglie, sui prodotti di abbigliamento, nelle insegne dei negozi più disparati ecc
Tutto questo non fa altro che far aumentare la consapevolezza, nelle persone, che Facebook e Instagram sono due veri colossi della comunicazione e che è possibile ritrovarli dappertutto.
Caratteristiche logo Facebook
Picasso amava dire che:
I cattivi artisti copiano, i grandi artisti rubano.
Ovviamente non ti sto assolutamente dicendo di rubare a Facebook il suo marchio distintivo, a meno che tu non voglia trovarti spedito in California ad affrontare un processo contro Marco Z., sì proprio lui, il pluri-miliardario.
Tuttavia, si può prendere ad esempio il vero primo logo iconico dei social media, ossia quello di Facebook, per cercare di prendere spunto ed estrapolare i fattori che hanno reso così grande un disegno in realtà molto semplice.
Facebook nasce nel lontanissimo 2004 e, tolto il primo anno di rodaggio in cui l’azienda si chiamava Facemash con un orrendo logo rosso, il logo ideato nel successivo anno 2005 sarebbe poi rimasto nella storia, apportando piccolissime modifiche fino a oggi.
Il logo Facebook è volto alla semplificazione e al minimalismo e si basa su una scritta bianca in un campo rettangolare blu, dove la scritta è ovviamente il richiamo all’azienda, con lettera iniziale minuscola: “facebook”.
Il logo, a primo impatto, proprio per la sua semplicità trasmette al lettore rilassamento grazie all’unione di blu e bianco e facile lettura, non essendo celati, all’interno del marchio, messaggi secondari o meta-testo.
Tra il 2005 e il 2009 viene poi ideato un logo quadrato, più piccolo, sempre di Facebook, che consiste appunto in un semplice quadratino di un blu più chiaro, al cui interno appare la lettera “f” scritta in minuscolo.
Nel 2019, l’azienda californiana decide di apportare un grande processo di restyling, fatto però in maniera intelligente, senza stravolgere il tutto.
Il nuovo watermark di Facebook assume colori diversi per rispecchiare le sue diramazioni (verde per Whatsapp e magenta per Instagram) e il nuovo logo prevede l’inversione dei colori, con una scritta blu su sfondo bianco, più snellita per adattarsi meglio ai device di tutte le dimensioni.
Caratteristiche logo Instagram
Sebbene abbia affrontato meno trasformazioni, anche Instagram, ora proprietà di Facebook, può vantare un logo assolutamente iconico.
Concepito nel 2010, l’iniziale logo di Instagram mimava l’aspetto di una Polaroid, con tanto di obiettivo messo in mostra , flash e striscia arcobaleno; più tardi, nel 2016, l’icona di Instagram cambia totalmente aspetto e diventa color magenta e molto più stilizzata.
La striscia di arcobaleno presente nella prima icona diventa una specie di gradiente di arcobaleno, con l’obiettivo che diventa un insieme di linee e punti minimal.
Lo scopo della nuova icona? Guardare al futuro e attirare l’attenzione dei giovani.
Inserire logo Instagram o Facebook nel proprio sito
Aggiungere link ai social per mostrare le icone social ai visitatori del sito è un’ottima strategia per affermarti online e generare traffico.
Aprendo il pannello Link social, è possibile aggiungere o modificare le icone a proprio piacimento, le quali appariranno in determinate posizioni a seconda della versione del tuo sito, ad esempio nell’intestazione.
Selezionando “mostra icone social” è possibile invece salvare l’icona che si vuole evidenziare, nascondendola, in caso contrario, in qualsiasi momento si voglia.
Per rimuovere l’icona, quando ad esempio la vuoi cambiare con un logo più giovane e dinamico, ti basterà cliccare su “rimuovi” e dare l’apposita conferma.
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